SALUMI DE MONTAGNA "Come nà Olta"


I nostri salumi de montagna veronesi "Come nà Olta" contengono solo carni selezionate di qualità, provenienti esclusivamente da maiali italiani di allevamenti in regola con le normative europee. 

Le carni di maiale che con cura selezioniamo ed utilizziamo, per fare tutti i nostri salumi, provengono dalla Coscia, dalla Spalla, dalla coppa e dalla Pancetta.  Queste mescolandole tra loro creano un perfetto equilibrio di sapori e fra carni magre e grasse, alle quali aggiungiamo esclusivamente sale, pepe e aglio. 

La nostra produzione e la stagionatura avviene all'interno di una idonea struttura con appositi locali situata nella montagna Veronese, all'interno del "Parco Regionale della Lessinia" ad una quota di 1000mslm, questo per ottenere attraverso la qualità delle carni, gli aromi naturali e il luogo, un salume che garantisce un gusto, una morbidezza ed un profumo dall'equilibrio unico... appunto "Come nà Olta"

Le caratteristiche organolettiche e il loro contenuto, rendono i nostri salami adatti a molteplici utilizzi; il "Tastasale" ideale per risotti, ottimo per primi piatti o come riempimento di verdure, le "Salamelle" ideali per grigliate o cotte in tegamino, i salami "Freschi" per piatti regionali semplici mentre quelli "Stagionati" unici come spuntino in un buon panino, ideali in taglieri vari, ottimi come anticipo per pranzi o cene sfiziose, oppure come piatto unico completo se accompagnato con la polenta, morbida, arrostita o grigliata e un contorno di insalate o radicchio. Non mancano le "Stortine" stagionate, sotto Strutto o sott'olio e le nostre Soppresse da accompagnare con la "Polenta Brustolà"... 

LA PRODUZIONE COMPRENDE:

  • TASTASALE
  • SALAMELLE DA GRIGLIA - Fresca
  • SALAME DA COTTURA - Fresco
  • STORTINE - Stagionata
  • STORTINE - Sott'olio Extra Vergine d'Oliva
  • STORTINE - Sotto Strutto
  • SALAME DA TAGLIO - Stagionato 3-mesi
  • SOPPRESSA - Stagionata 6-mesi

L’arte di fare i salami

Non c'era fattoria che non avesse il maiale (el porco), nei mesi fra dicembre e gennaio era l'avvenimento di cui noi piccoli vivevamo con intensità vicino al camino con nonna, il nonno ed il papà facevano i salami, i passaggi erano semplici ed abituali, come per la vendemmia, tutta la famiglia riunita e unita in questo rituale.

Il Tastasale

(Mentre eravamo attorno al camino con nonna che ci raccontava le storielle, arrivava il nonno con una palla di pasta di salame che schiaccia fra le mani a mò di polpetta e la depositava sulla griglia sopra le braci del camino, noi bambini “cosa fai nonno" lui rispondeva "tastemo se el salame le giusto de sal" da qui la parola "TASTASALE".)


Oggi il TASTASALE lo troviamo in ogni stagione e lo conosciamo come tale e non per il vero motivo da cui prende il nome; una volta le bilance non erano cosi precise, quindi, era importantissimo sapere se la pasta del salame aveva la giusta dose di sale per la conservazione del salame.

LA SALAMELLA

Questo tipo di formato di salume era il più accreditato in quanto era facile da legare e veloce da stagionare, messo sulle stanghette appese sopra la tavola in cucina dove c'era il camino...
Lo si mangiava dopo qualche giorno alla griglia o meglio ancora in padella, questa veniva poi rovesciata sulla polenta morbida, posta al centro tavola, allargata in modo da non perdere nemmeno una goccia del sugo che produceva la salamelle durante la cottura, questa squisita polenta si chiamava "Polenta Conzá" (Polenta condita).

La Stortina

La Stortina non è altro che la salamella stagionata, questo piccolo salume prodotto della tradizione del Basso Veronese e di tutta la provincia di Verona. Il suo nome deriva dalla forma ricurva data dal tipo di budello utilizzato per insaccare la pasta di salame, in alcuni comuni del veronese è anche chiamata "Copieta" in quanto venivano legate in coppia e per fare in modo che si asciugassero bene si separavano utilizzando un "MUGOLOTO" ovvero il torso della pannocchia. Era usanza conservarla sotto strutto, alcuni utilizzavano metterle sott'olio di semi di arachidi, mai sotto lardo come dicono in quanto troppo prezioso a quel tempo per il condimento, in questo modo si manteneva morbida e fresca per tutto l'inverno, a volte sino a primavera, altrimenti si sarebbe asciugata troppo in fretta.

Per conservarle si utilizzavano pentole di terracotta, dove veniva riposta a file incrociate e immersa nello strutto per poi essere chiusa con il coperchio e riposta in cantina per essere consumata di volta in volta sino a primavera.

IL SALAME PROIBITO...

Il sanguinaccio o moretta, questo era il nome con cui era chiamato questo salume dai contadini veronese, è un insaccato costituito da parti sanguinee del maiale e dal sangue (da cui il nome) alle quali si aggiungeva riso, uvetta sultanina, fichi ed insaporito con spezie e altri ingredienti seguendo le diverse tradizioni di ogni famiglia veronese.

Il sanguinaccio o moretta era tipico della tradizione popolare contadina, dove era consuetudine utilizzare il maiale in ogni sua parte. 

Infatti, come altri alimenti costituiti degli “scarti” dell'animale, vedi il cotechino, era tipico trovarlo solo durante le feste natalizie, ovvero il periodo in cui si macellava il maiale.

Il sanguinaccio o moretta si presenta come un salame di colore marrone, normalmente si consuma cotto in acqua, in tegamino o alla griglia.

Pare che sia un alimento di origine molto antica, già conosciuto e apprezzato dai Romani.


PURTOPPO OGGI QUESTO SALUME È INLEGALE PER LE NORMATIVE ITALIANE...